CNU Pallacanestro: “Genova per noi”

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Vorrei raccontare Genova, vestendo i panni del cronista sportivo; o forse sarebbe più semplice raccontare una partita come spettatore? O magari dovrei farmi intervistare come protagonista di una vittoria?
Più semplicemente farò correre i pensieri per narrare una due giorni, intensa, rilassante, impegnativa, simpatica, goliardica, seria, importante.

Per dire di Genova, non si può non cominciare ripensando alle parole di “Genova Per Noi” di Paolo Conte:

Con quella faccia un pò così
quell’espressione un po’ così
che abbiamo noi
prima di andare a Genova
che ben sicuri mai non siamo
che quel posto dove andiamo
non c’inghiotte e non torniamo più.

Ma quella faccia un pò così
quell’espressione un po’ così
che abbiamo noi mentre guardiamo Genova
ed ogni volta l’annusiamo
circospetti ci muoviamo
un po’ randagi ci sentiamo noi.

Genova rende “randagi”.
E’ una città inestricabile, caratterizzata da labirintici vecchi carruggi (vicoletti stretti) che ti fanno perdere l’orientamento ed anche il senso del tempo.
Puoi imboccare un vico stretto ed angusto e poi arrivare a vederti di fronte la linea dell’orizzonte del mare. I vicoli di Genova sono cloache a cielo aperto, le Piazze sono fantastici scenari opulenti e curati.
La città di giorno è caotica ma di notte diventa silenziosissima, quasi non fosse abitata.
Solo i “randagi” scorrazzano per i carruggi e ne vivono appieno i colori, gli odori.
Le scritte sui muri ti ricordano che Genova è una città metropolitana, con tifoserie calcistiche appassionate; le insegne dei negozietti ti fanno capire che Genova è una città multietnica, come tutte le grandi città del mondo.
Ma, oltre all’olezzo dell’acqua salmastra del porto, a Genova si respira un altro inspiegabile “odore”, quello della tristezza. Nella città vecchia, nei quartieri periferici … c’è dappertutto un grigiore che appesantisce di tristezza la città; anche la parlata genovese, che al primo impatto suscita un sorriso (perchè ogni cittadino potrebbe essere la voce del Gabibbo di Striscia la Notizia), in realtà è una monotona cantilena (dove spicca sempre e solo la parola “Belin”).
Genova è un mix di emozioni.
E di emozioni, nella due giorni genovese, per i nostri fantastici cussini CNU, ne sono arrivate tante.
Ovviamente si parla di basket:
CUS Verona (con la propria selezione universitaria) dopo aver passato indenne il primo turno di qualificazione (eliminando Bergamo e Milano), ora se la deve vedere con una delle 8 finaliste degli scorsi Campionati Nazionali Universitari, CUS Genova.
La squadra genovese può contare, oltre che sul fattore casalingo, sul fatto di essere già “squadra” (ben 7/10 del suo organico giocano assieme, nel CUS Genova, che partecipa al campionato di C2 ligure). Ad un roster già affiatato, si aggiunge l’ala piccola Nicolò Benedusi, giocatore della NPC Rieti (Serie A2 – girone ovest).
Verona affronta la trasferta con la giusta “tensione”:
… si parte con mezzora di ritardo, ma i biglietti per andare allo stadio Marassi a vedere Genoa-Roma (posticipo di Serie A di calcio), sono già acquistati e nelle tasche dei cussini (Ndr: capitan Pacione, promotore dell’iniziativa, è sereno!). L’alloggio, in centro a Genova, è prenotato, quindi anche il Votta è sereno e MOLTO motivato!
CUS Verona affronta questa trasferta con alcune assenze importanti (Stanojevic, Petronio, Leoni, Credeghe), ma la cosa non ha solo effetti negativi: Damiani si accomoda in pulmino su due posti liberi e posiziona il cuscino per dormire durante tutto il viaggio.
La distanza Verona-Genova viene percorsa tutta d’un fiato; c’è voglia di vedere il mare!
La partita è … una partita di basket.
Alla fine il tabellone dirà:
CUS Genova 68 -CUS Verona 76
Parziali: (15-13)(11-14)(23-26)(13-23)
Tabellini: Campagnaro 18, Pacione 17, Lorenzon 12, Bertani 10, Ziliani 9, Damiani 8, Preabianca 2, Vottariello. All.re Zappalà Matteo
(nel CUS Genova, si segnalano i 28 punti di Benedusi)
I festeggiamenti sono contenuti, mangiando, in spogliatoio, la “sbrisolona” offerta dallo scrivente.

… e che il pomeriggio genovese abbia inizio!
Via di corsa al Marassi per vivere le emozioni di una partita di serie A, vedendola in mezzo ai tifosi rossoblu.
La partita è frizzante (finirà 2-3), ma lo scenario delle due tifoserie, i cori, attirano le nostre attenzioni; davvero strana la fauna calciofila … lo stadio trasforma docili impiegati di banca in assatanati psicotici o potenziali omicidi.
Coach Zappalà viene illuminato da un filosofo metropolitano che lo catechizza con massime e aforismi, farciti dal tipico intercalare genovese.
Uno sguardo all’orologio e ci rendiamo conto che sono appena le 21.00 dello stesso giorno in cui siamo partiti da Verona; sembra siano già passati 5 giorni.

… e che la serata genovese abbia inizio!

Eccoci sulla strada del rientro (NDR: ovviamente lo spirito sportivo goliardico di squadra, mi impone un assoluto ed omertoso silenzio in merito alle 12 ore notturne), la mattina genovese è bellissima, il traffico caotico ci sembra normale, vivo.

Siamo a Verona; ci ritroveremo assieme il 23 maggio per giocare la partita di ritorno: Genova dovrà venire a Verona … chi vince, accede alla Finali Nazionali Universitarie.

PS: CUS Verona, nel sito ufficiale, ha pubblicato che la nostra Selezione ha già guadagnato tale accesso. Preveggenza? Azzardo? … tocchiamo ferro.

Alberto Zanetti

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