play&ground_si torna prontamente alla vittoria

play&ground 65 – dippers 57

(15-14, 18-14, 18-10, 13-18)

Si era rimasti con il campionato che entrava nel vivo, e con la prima sconfitta incassata sul microscopico eppure intenso campo del Nievo. Venerdì è sbarcata al PalaCus (o CusArena?) la seconda squadra nella lunga lista di pretendenti al titolo di quest’anno: i Dippers. Fra le società con più storia nel campionato CSI veronese, fra le più solide e competitive in ogni torneo a cui abbiano partecipato, i Dippers sono gente seria, esperta, motivata e ambiziosa. Per dire, prima della partita a bordocampo si sentono cose interessanti come: «Abbiamo perso non di molto con I Furiosi, con un po’ di organizzazione in più gli avremmo dato 15 punti».

I Dippers sono anche grandi e grossi. Senza scherzi. Ci sono stati alcuni momenti in campo in cui il loro playmaker sarebbe potuto serenamente rimanere in marcatura sul nostro centro. E va bene che non è più il basket di una volta, che non c’è più l’Unione Sovietica e che è meglio avere in campo cinque nani che lavorano insieme piuttosto che un solo gigante scoordinato. Ma se c’è una cosa che la massa fisica può ancora fare a un avversario, è quella di stancarlo fisicamente, frustrarlo e innervosirlo.

Allenamenti regolari e gran voglia di rivincita (con quel pizzico di concentrazione in più) hanno allontanato la stanchezza, nonostante i soli undici giocatori a referto. La capacità di rimanere sempre in controllo della partita, seppur senza riuscire ad andare in fuga, ha tenuto distante la frustrazione. Il nervosismo c’è stato, con qualche provocazione di troppo raccolta e con l’ausilio di una coppia arbitrale abbastanza suscettibile – la panchina Cus vince il premio Tim Duncan per il tecnico più buffo dell’anno, sanzionato per un «Passi» profferito a mezza voce da un giocatore che rimarrà anonimo. In generale, si è visto un gruppo coeso, con le idee ben chiare sulla filosofia di gioco e sull’intensità da mantenere per raggiungere i migliori risultati possibili. Mancano familiarità, un pizzico di furbizia – quella buona, che viene dall’esperienza, non quella che si usa per cercare scorciatoie – e un sacco di paste per festeggiare tutti i falli tecnici. Siamo a buon punto.

cippe

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